Attenzione alle allergie: ecco i 18 allergeni obbligatori che devono essere indicati per legge

La consapevolezza relativa alle allergie alimentari è oggi una questione centrale sia per la tutela dei consumatori, sia per la responsabilità di produttori e ristoratori. Per evitare rischi gravi per la salute di chi soffre di allergie o intolleranze alimentari, la legislazione europea impone norme precise sull’indicazione obbligatoria degli allergeni nei prodotti alimentari, che devono essere segnalati chiaramente su etichette, menù e cartelli.

Normativa di riferimento e obblighi principali

Il quadro normativo principale è rappresentato dal Regolamento (UE) 1169/2011, integrato dal decreto legislativo 231/2017. Queste norme prevedono che le aziende devono informare in modo specifico e visibile il consumatore sulla presenza di sostanze o prodotti che provocano allergie e intolleranze. L’elenco completo degli allergeni obbligatori è stilato nell’allegato II del Regolamento, ogni ingrediente allergenico dev’essere segnalato con il nome specifico e non soltanto con la categoria generica, ad esempio è necessario indicare “mandorle” o “noci” invece del più generico “frutta secca con guscio”.

La normativa prevede obbligo di:

  • Etichettare tutti i prodotti preconfezionati con indicazione chiara degli allergeni specifici.
  • Esibire una tabella allergeni o tenere un registro consultabile nei locali che somministrano alimenti, inclusi bar, mense, ristoranti e pasticcerie.
  • Segnalare l’eventuale contaminazione crociata quando possibile per minimizzare i rischi anche involontari, tramite apposite diciture e buone prassi di preparazione.
  • Gestire la comunicazione tra il personale e il consumatore in modo trasparente, affinché qualsiasi richiesta venga soddisfatta in modo tempestivo e completo.
  • I 14 allergeni obbligatori principali e l’evoluzione normativa

    Sebbene alcuni riferimenti riportino 18 allergeni, la normativa europea attualmente individua principalmente 14 sostanze o categorie che devono essere indicate obbligatoriamente. Questi rappresentano la vasta maggioranza delle reazioni allergiche gravi legate al consumo di alimenti:

  • Cereali contenenti glutine: grano, orzo, segale, kamut, farro, avena e prodotti derivati, fatta eccezione per determinate tipologie di glucosio o distillati alcolici.
  • Crostacei e prodotti a base di crostacei.
  • Uova e prodotti a base di uova.
  • Pesce e prodotti a base di pesce (ad esclusione ad esempio della gelatina di pesce usata come supporto per vitamine).
  • Arachidi e prodotti derivati.
  • Soia e suoi derivati.
  • Latte e derivati caseari.
  • Frutta a guscio: mandorle, nocciole, noci, noci di acagiù, noci pecan, noci del Brasile, pistacchi, noci macadamia e prodotti derivati.
  • Sedano e prodotti che lo contengono.
  • Senape e prodotti che la contengono.
  • Anidride solforosa e solfiti (in quantità superiore a 10 mg/kg o 10 mg/l).
  • Lupini e prodotti a base di lupini.
  • Molluschi e prodotti contenenti molluschi.
  • Dette categorie rappresentano gli ingredienti principali che devono essere riportati obbligatoriamente. In alcune applicazioni pratiche e comunicazioni del Ministero della Salute, si possono trovare elenchi ampliati che includono, ad esempio, prodotti derivati specifici di ciascun allergene, ma il nucleo normativo resta quello dei 14 allergeni.

    Modalità di indicazione e gestione nei luoghi pubblici

    Nei ristoranti, mense e bar, la modalità di comunicazione agli utenti può variare: è consentito l’utilizzo di cartelli esposti, registri cartacei o digitali, purché facilmente accessibili al pubblico e alle autorità di controllo. Ogni piatto deve indicare con chiarezza quali allergeni sono contenuti, e occorre utilizzare denominazioni precise (ad esempio: “tagliatelle al ragù alla bolognese (glutine)”, “tiramisù (uova, glutine)”).

    La dicitura “decongelato” deve essere aggiunta quando pertinente, soprattutto per prodotti preparati con materie prime non fresche, in base alle deroghe previste dalla normativa.

    Alcuni prodotti, come quelli non confezionati o venduti sfusi, possono presentare limitazioni nella lista degli ingredienti; in questi casi, si rende obbligatoria la dicitura “contiene” seguito dall’allergene, al fine di proteggere il consumatore e assicurare la trasparenza.

    Impatto sulle aziende e buone prassi per la sicurezza

    Per le aziende del settore alimentare, l’obbligo di segnalare gli allergeni implica una scrupolosa organizzazione dei processi, dalla selezione delle materie prime fino alla somministrazione al cliente finale. È fondamentale che il personale riceva formazione continua sugli allergeni e sui rischi correlati, per evitare contaminazioni accidentalmente, grazie all’adozione di sistemi di autocontrollo HACCP e di rigorose buone pratiche igienico-sanitarie.

    • Ogni passaggio della filiera alimentare, dal produttore al distributore, deve essere monitorato per poter informare correttamente il consumatore.
    • La gestione degli allergeni deve essere parte integrante sia dei controlli di qualità che delle attività di comunicazione.
    • La documentazione sull’origine e la trasformazione degli ingredienti deve restare sempre disponibile per eventuali controlli delle autorità sanitarie.
    • È consigliato l’uso di software gestionali e di database digitali per tracciare la presenza di allergeni in ogni singolo prodotto.

    Prestare attenzione all’evoluzione normativa è essenziale: anche se la lista dei principali allergeni obbligatori resta relativamente stabile, si consiglia sempre di verificare eventuali aggiornamenti tramite fonti ufficiali e portali istituzionali.

    Informazione al consumatore e diritti tutelati

    La chiarezza e la trasparenza nell’indicazione degli allergeni rappresentano un diritto fondamentale per il consumatore, non soltanto per chi soffre di allergie alimentari, ma anche per chi segue regimi alimentari specifici per motivi di salute, etici o religiosi. La valorizzazione della sicurezza alimentare agevola la scelta informata e riduce la possibilità di incidenti che possono essere anche fatali.

    I consumatori devono poter leggere facilmente le informazioni sugli allergeni in qualsiasi fase dell’acquisto: in etichetta, nei menù e nelle esposizioni negli esercizi di somministrazione. Le aziende che non rispettano questi obblighi sono soggette a sanzioni severe, e la responsabilità legale è chiaramente normativa, con controlli frequenti da parte delle autorità competenti.

    In conclusione, la regolamentazione sugli allergeni alimentari è uno strumento di tutela della salute pubblica, che favorisce una maggiore consapevolezza sia da parte dei consumatori che degli operatori professionali. Solo grazie al rispetto rigoroso delle norme e alla continua attenzione alla formazione e alla comunicazione, si può garantire un ambiente sicuro per tutti, riducendo al minimo i rischi derivanti da allergie e intolleranze alimentari. Sul piano internazionale, la normativa italiana si allinea con gli standard europei, confermando l’importanza della sicurezza alimentare nel contesto agroalimentare contemporaneo.

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