Attenzione in mare: queste sono le 5 specie di pesce più pericolose e comuni nei nostri mari

Nel Mar Mediterraneo e nei nostri mari nazionali si celano presenze che possono rappresentare un rischio concreto sia per chi pratica attività acquatiche sia per i pescatori. Nei decenni più recenti, anche a causa dei cambiamenti climatici e delle variazioni delle correnti, sono aumentate le segnalazioni di specie pericolose e, in particolare, di pesci che un tempo appartenevano solo a regioni tropicali. Conoscere le loro caratteristiche, i rischi che comportano e le corrette modalità di comportamento in caso di avvistamento o contatto è fondamentale per godere del mare in tutta sicurezza.

L’impatto delle specie invasive e autoctone: tra rischio biologico e tossicità

La diffusione di specie aliene nei nostri mari è diventata una delle principali preoccupazioni ecologiche degli ultimi anni. Secondo dati aggiornati al 2025, il pesce scorpione e il pesce palla maculato hanno ormai colonizzato vaste aree, come quella del Mar Ionio, grazie alla connessione tra Mar Rosso e Mediterraneo avvenuta soprattutto attraverso il Canale di Suez. Essendo entrambe dotate di spine velenose o di potenti tossine, queste specie rappresentano una minaccia diretta non solo per la biodiversità locale, ma anche per la salute dell’uomo.

Il pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus), documentato per la prima volta in Italia nel 2013, è noto per la sua neurotossina letale: neppure la cottura è in grado di neutralizzarne l’effetto. A questo si aggiunge la sua dentatura potente, in grado di infliggere morsi dolorosi. Non va sottovalutata la presenza del pesce scorpione (Pterois miles), la cui fama lo precede anche nelle acque degli acquari grazie alla sua bellezza: le sue spine velenose però iniettano sostanze dolorose, capaci di causare problemi all’uomo anche dopo la morte dell’animale.

Le cinque specie di pesce più minacciose nei mari italiani

Analizzando segnalazioni, dati ISPRA e CNR-IRBIM e fonti aggiornate, le principali specie considerate tra le più pericolose e comuni nei nostri mari sono:

  • Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus)
    • Distinguibile per le macchie scure sul dorso e una colorazione argentea.
    • Possiede neurotossine tra le più potenti conosciute nei pesci mediterranei.
    • Il consumo è letale anche dopo la cottura; attenzione anche ai morsi.
  • Pesce scorpione (Pterois miles o pesce leone)
    • Arrivato in Italia nel 2016, è una delle specie più invasive al mondo.
    • Porta spine dorsali e pettorali velenose; la tossina resta attiva anche 48 ore dopo la morte dell’animale.
    • Il dolore causato dalla puntura è intenso e può richiedere intervento medico.
  • Barracuda
    • Presente soprattutto in zone rocciose e vicino alle coste.
    • Riconoscibile per la silhouette slanciata e denti aguzzi.
    • Non velenoso ma potenzialmente aggressivo: morsi spesso improvvisi se avverte minaccia o se attratto da oggetti luccicanti.
  • Pesce coniglio scuro (Siganus luridus) e Pesce coniglio striato (Siganus rivulatus)
    • Introdotti in Italia rispettivamente nel 2003 e nel 2015.
    • Specie invasive erbivore che modificano le praterie di Posidonia e danneggiano l’ecosistema.
    • Le punte delle loro pinne portano spine dolorose anche post mortem.
  • Trigone (razza velenosa)
    • Appartenente alla famiglia delle Dasyatidae, ha una pinna caudale lunghissima e una o più spine velenose nella coda.
    • La puntura del trigone può causare dolore intenso, gonfiore ed effetti collaterali più gravi in soggetti sensibili.

Rischi per la salute: sintomi e primo soccorso

Il contatto accidentale con queste specie può comportare diversi quadri clinici, a seconda della tossina o del trauma subito. Il pesce palla maculato può causare intossicazione alimentare mortale, con sintomi che vanno dal formicolio a paralisi respiratoria e arresto cardiaco. In caso di puntura di pesce scorpione o di pesce coniglio, si avvertono forte dolore localizzato, arrossamento e gonfiore. I sintomi potrebbero persistere per giorni ed è possibile la comparsa di complicanze.

La puntura di un trigone causa dolore acuto, gonfiore e, talvolta, sintomi generali come nausea e vertigini. In tutti i casi si raccomanda di:

  • Lavare la zona con molta acqua di mare;
  • Rimuovere eventuali spine, se visibili, con estrema cautela;
  • Applicare acqua calda per ridurre il dolore (non acqua fredda, in quanto peggiora l’effetto di alcune tossine);
  • Recarsi rapidamente presso una struttura sanitaria.

Nonostante spesso la prognosi sia favorevole con trattamenti tempestivi, in caso di intensità dei sintomi o di sospetto avvelenamento, occorre chiamare immediatamente il 118 o rivolgersi al Pronto Soccorso, segnalando sempre la specie coinvolta se identificabile.

Informazione e prevenzione: come comportarsi nei nostri mari

Le raccomandazioni degli enti scientifici (ISPRA, CNR-IRBIM) e delle capitanerie di porto sono chiare: il principio base è evitare il contatto, sia durante attività subacquee che durante la pesca. Sconsigliato toccare pesci sconosciuti, viventi o morti; anche la manipolazione può esporre a rischio di punture o contaminazione. Per chi pratica lo snorkeling o la pesca, è bene informarsi sulle caratteristiche morfologiche delle specie pericolose e portare con sé acqua dolce e materiale disinfettante.

È importante segnalare la presenza di questi animali alle autorità competenti: ciò consente di aggiornare costantemente le mappe di diffusione e aiuta la comunità scientifica a prevenire danni ambientali e sanitari. La collaborazione dei cittadini è quindi determinante per monitorare la presenza delle specie invasive e limitare i rischi per l’ecosistema marino.

La consapevolezza dei pericoli in acqua e l’adozione di comportamenti prudenti sono fondamentali per una fruizione sicura e responsabile delle nostre coste. Infine, una corretta informazione sulla biodiversità marina permette di proteggere sia chi vive il mare sia il delicato equilibrio naturale che lo caratterizza.

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