Cosa contiene davvero la soluzione idroalcolica che usi sulle mani? La verità sulla sua efficacia

La soluzione idroalcolica utilizzata per l’igiene delle mani è composta principalmente da tre componenti fondamentali: alcol (etanolo o isopropanolo), glicerolo e perossido di idrogeno, ai quali si aggiunge acqua sterile o distillata. Questi ingredienti sono inclusi nella formulazione raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per garantire la massima efficacia contro un vasto spettro di microrganismi disinfettanti e sono alla base dei prodotti disponibili sia in farmacia, sia nei supermercati, sia nella produzione fai-da-te seguendo le linee guida sanitarie.

Composizione dettagliata delle soluzioni idroalcoliche

Le proporzioni della soluzione idroalcolica sono state stabilite a livello internazionale per garantire la reale funzione disinfettante e la sicurezza nella manipolazione. Secondo le direttive OMS, una delle formule più comuni prevede:

  • Etanolo 96%: circa 833,3 ml (o alcol isopropilico 99,8%: 751,5 ml nelle varianti)
  • Perossido di idrogeno 3%: 41,7 ml
  • Glicerolo 98%: 14,5 ml
  • Acqua sterile/distillata: per arrivare a 1 litro di soluzione

Questa combinazione permette di ottenere una concentrazione finale di alcol tra il 75% e l’80%, valore necessario per inattivare efficacemente virus e batteri presenti sulla superficie della pelle. Il glicerolo svolge un importante ruolo come umettante, rendendo la soluzione meno aggressiva e riducendo la tendenza a seccare la pelle, mentre il perossido di idrogeno serve come sterilizzante della soluzione stessa, eliminando eventuali spore contaminanti durante la produzione.

La verità sulla reale efficacia

La reale efficacia della soluzione idroalcolica si basa principalmente sulla sua componente alcolica. Studi ed esperienze cliniche mostrano che una concentrazione tra il 60% e l’80% di alcol etilico o isopropilico è in grado di neutralizzare efficacemente la maggior parte dei virus (tra cui coronavirus, influenza, rhinovirus) e molti batteri comuni. L’alcol agisce denaturando le proteine e dissolvendo le membrane lipidiche degli agenti patogeni, portando alla loro inattivazione quasi immediata su mani pulite.

Tuttavia, la soluzione idroalcolica è realmente efficace solo se:

  • Viene applicata su mani pulite e asciutte. Lo sporco visibile o residui di grasso possono inibire l’azione dell’alcol, motivo per cui il lavaggio con acqua e sapone rimane fondamentale quando le mani sono molto sporche.
  • Viene strofinata in modo uniforme su tutte le superfici delle mani — palmi, dorsi, dita, punte e pollici — fino a completa evaporazione, per almeno 20-30 secondi. Interrompere il contatto con la pelle prima che sia del tutto asciutta ne riduce notevolmente l’efficacia.

L’uso corretto è quindi determinante: un’applicazione troppo veloce o una quantità insufficiente, che non consenta di coprire l’intera superficie delle mani, comporta un rischio di non eliminare tutti i microrganismi.

Falsi miti e rischi legati alle soluzioni idroalcoliche

Una convinzione errata molto diffusa riguarda l’impiego della candeggina (ipoclorito di sodio) per creare delle soluzioni disinfettanti fai-da-te. Le formulazioni a base di ipoclorito sono certamente efficaci sulle superfici ambientali, ma sono inadatte e sconsigliate per uso cutaneo: l’azione disinfettante, infatti, richiede tempi di contatto molto più lunghi rispetto a quelli effettivamente possibili sulle mani e rischia di provocare irritazioni, secchezza o addirittura lesioni cutanee. Le vere soluzioni igienizzanti per mani sono invece esclusivamente a base di alcol etilico o isopropilico nella giusta concentrazione.

Nonostante la loro comprovata efficacia, le soluzioni idroalcoliche possono presentare alcuni limiti e rischi:

  • Uso eccessivo o frequente può provocare secchezza, irritazione, screpolature e perdita degli oli protettivi naturali della pelle.
  • Nei bambini piccoli esiste il rischio di avvelenamento accidentale per ingestione e, per la delicatezza della loro pelle, si raccomanda sempre la supervisione da parte di un adulto durante l’applicazione.
  • L’azione battericida non è immediata se mani non perfettamente pulite; su mani molto sporche o unte la soluzione perde gran parte della sua efficacia, quindi al bisogno si deve procedere al lavaggio con acqua e sapone.

Il ruolo di acqua, glicerolo e perossido di idrogeno

Oltre all’elemento attivo principale, l’alcol, la presenza di acqua sterile o distillata è essenziale non solo per portare la soluzione al volume desiderato, ma anche perché l’acqua favorisce la denaturazione delle proteine microbiche potenziando l’efficacia dell’alcol stesso. Usare alcool puro non è altrettanto efficace per la disinfezione quanto una soluzione idroalcolica nella giusta concentrazione.

Il glicerolo (noto anche come glicerina) agisce come umettante ed emolliente, aiutando a contrastare gli effetti irritanti dell’alcol. Grazie alla sua natura igroscopica, trattiene l’umidità nella pelle e la protegge dalla disidratazione, rendendo l’uso ripetuto della soluzione più tollerabile per la cute.

Infine, il perossido di idrogeno è incluso a basse concentrazioni (0,125%) principalmente per sterilizzare la soluzione da eventuali contaminanti microbici che potrebbero svilupparsi durante la produzione in ambienti non perfettamente asettici. Il perossido non ha invece una funzione rilevante sull’azione disinfettante delle mani, dato che la sua concentrazione nella soluzione finita è troppo bassa per esercitare un effetto antisettico diretto sulla pelle.

Soluzioni alternative e prodotti senza alcol

Sul mercato esistono anche delle formulazioni disinfettanti prive di alcol, a base di composti come il cloruro di benzalconio, pensate in particolare per bambini, donne in gravidanza o persone con pelli sensibili. Tuttavia, la maggiore rapidità e spettro d’azione dell’alcol etilico e isopropilico porta la quasi totalità delle linee guida a prediligere le soluzioni idroalcoliche rispetto alle altre alternative — a meno di controindicazioni specifiche. La corretta igienizzazione delle mani continua comunque a essere garantita, quando possibile, dal lavaggio accurato con acqua e sapone, soprattutto in caso di sporco visibile.

In sintesi, la chiave dell’efficacia di queste soluzioni è il corretto bilanciamento degli ingredienti attivi, la modalità di applicazione e il rispetto dei tempi di contatto. Solo così possono rappresentare una difesa affidabile ed efficace nella prevenzione della trasmissione di malattie infettive nelle comunità e nei luoghi di cura.

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