Attenzione a fare le purghe fai da te: ecco i rischi pericolosi per la tua salute e i metodi sicuri

L’impulso a ricorrere alle purghe fai da te riguarda moltissime persone che desiderano risolvere disturbi come la stitichezza rapidamente, magari convincendosi dell’efficacia di rimedi naturali o di tecniche pubblicizzate online. Tuttavia, questi approcci autodidatti presentano rischi significativi per la salute, spesso sottovalutati da chi pratica l’automedicazione, mentre esistono metodi sicuri e validati dalla comunità scientifica per favorire il benessere intestinale e prevenire complicazioni.

I principali rischi legati all’uso improprio delle purghe

L’utilizzo indiscriminato di lassativi, decotti o miscele naturali e l’adozione di pratiche come l’idrocolonterapia non sotto controllo medico comportano diversi pericoli:

  • Disidratazione e perdita di sali minerali: l’uso eccessivo di lassativi, soprattutto quelli stimolanti, può provocare notevoli perdite di acqua e elettroliti (potassio, sodio, magnesio), espone al rischio di squilibri idroelettrolitici e può causare gravi conseguenze cardiache, muscolari e neurologiche[Wikipedia: elettrolita].
    In particolare, le perdite di potassio aumentano il rischio di aritmie e di debolezza muscolare, mentre la carenza cronica di liquidi favorisce la comparsa di colpi di calore e pressione bassa.
  • Danno alla mucosa intestinale: le sostanze irritanti, come quelle presenti nei lassativi a base di senna, cascara o rabarbaro, possono determinare lesioni e irritazione, aggravando condizioni come emorroidi, ragadi anali o diverticoli.
  • Alterazioni della flora batterica: pratiche come l’idrocolonterapia e l’impegno eccessivo con purghe alterano significativamente il delicatissimo bilancio tra batteri buoni e batteri patogeni dell’intestino, con effetti potenzialmente negativi sull’assorbimento e sulla sintesi di vitamine essenziali, come quelle del gruppo B e la vitamina K. Alterare la flora batterica intestinale può portare a disbiosi, gonfiore addominale, diarrea o stipsi cronica.
  • Dipendenza da lassativi: l’uso abituale di farmaci o rimedi naturali ad azione purgante crea una sorta di assuefazione nella muscolatura intestinale, che perde la sua motilità spontanea e diventa sempre più “pigra”. Questo può peggiorare la stitichezza e instaurare un circolo vizioso difficile da interrompere.
  • Complicanze locali e sistemiche: tra i danni locali si annoverano ragadi, infiammazioni, emorroidi oppure, nei casi più gravi, perforazioni rettali. A livello sistemico, può aumentare il rischio di malassorbimento, perdita di peso, astenia, cefalea, insonnia, irritabilità e stanchezza cronica.

Perché le purghe “disintossicanti” sono spesso una trappola

È molto diffusa la convinzione che pratiche come purghe, lavande o idrocolonterapia permettano di eliminare tossine dal corpo e di depurare l’organismo. Dal punto di vista scientifico, tuttavia, questa idea non regge:

  • L’intestino NON è un organo deputato all’accumulo e filtraggio delle tossine: la sua principale funzione è assorbire acqua e sali e completare la digestione grazie a una flora batterica specializzata.
  • L’eliminazione delle scorie metaboliche compete primariamente a fegato e reni, che agiscono in sinergia per depurare il sangue.
  • La flora batterica intestinale svolge un ruolo protettivo: un suo squilibrio (disbiosi) crea terreno favorevole a disturbi digestivi, infiammazioni croniche, aumento del rischio di infezioni e peggior assorbimento di vitamine.
  • Le pratiche aggressive e ripetute – come i lavaggi intestinali casalinghi o l’autosomministrazione prolungata di lassativi – possono alterare profondamente questi equilibri, rendendo più vulnerabile l’intero organismo anziché “depurarlo”.

I sintomi che suggeriscono complicanze da purghe fai da te

  • Crampi e dolori addominali ripetuti o persistenti dopo l’uso di lassativi o lavaggi.
  • Diarrea prolungata, con rischio di disidratazione.
  • Senso di estrema stanchezza, debolezza muscolare, battiti cardiaci accelerati o irregolari (possibile riduzione dei livelli di potassio).
  • Sanguinamento anale o comparsa di rigonfiamenti dolorosi in zona rettale (emorroidi, ragadi).
  • Alterazioni della digestione: nausea, vomito, perdita di appetito e spesso peggioramento della stitichezza a lungo termine.

In presenza di tali sintomi è essenziale interrompere qualsiasi automedicazione e consultare un medico prima di procedere con ulteriori interventi.

Metodi sicuri e validati per il benessere intestinale

La gestione corretta della stitichezza e dei disturbi legati al transito intestinale non deve mai prescindere da alcune regole fondamentali di prevenzione, valida sia per adulti sia per bambini e anziani:

  • Alimentazione ricca di fibre: frutta, verdura, legumi e cereali integrali aumentano la massa fecale e favoriscono una peristalsi regolare, limitando la necessità di farmaci.
  • Assunzione adeguata di acqua: bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno aiuta ad ammorbidire le feci e facilita l’evacuazione.
  • Attività fisica regolare: camminate, ginnastica o esercizi semplici favoriscono il movimento intestinale e aiutano a prevenire episodi di stipsi.
  • Avere orari regolari per i pasti e non rimandare mai lo stimolo dell’evacuazione, assecondando i ritmi naturali dell’organismo.
  • In alcuni casi selezionati e su prescrizione medica, l’uso controllato di lassativi osmotici o di probiotici può essere consigliabile per brevi periodi.
  • Evita sempre il fai da te con preparati erboristici o rimedi sconosciuti la cui sicurezza ed efficacia non sono verificate.

Quando rivolgersi al medico?

È raccomandato richiedere una valutazione specialistica nei seguenti casi:

  • Stitichezza che dura da più di due settimane nonostante le modifiche allo stile di vita.
  • Presenza di sangue nelle feci o dolore anale ricorrente.
  • Perdita di peso inspiegabile, febbre o nausea associata alla difficoltà evacuativa.

Il medico può indicare eventuali esami strumentali, stabilire la terapia più appropriata e valutare la necessità di consulti specialistici, soprattutto se i disturbi si associano ad altri sintomi sistemici o a patologie croniche.

Conclusivamente, il ricorso a purghe casalinghe e pratiche di disintossicazione fai da te comporta rischi reali e non offre alcun beneficio aggiuntivo rispetto a un’alimentazione equilibrata, uno stile di vita attivo e, quando necessario, metodi scientificamente validati e prescritti da professionisti. La salute intestinale si costruisce giorno per giorno ascoltando il proprio corpo, evitando scorciatoie potenzialmente pericolose e affidandosi solo a consigli realmente qualificati.

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