Non usare questo disinfettante blando: ecco quale usano negli ospedali per eliminare i germi

Dal punto di vista della sanificazione e del controllo delle infezioni, gli ospedali adottano specifiche strategie per eliminare i germi dalle superfici, utilizzando prodotti e principi attivi nettamente più efficaci rispetto ai disinfettanti blandi impiegati spesso in ambiente domestico. Questa scelta è motivata dalla necessità di garantire la sicurezza di pazienti e personale, riducendo al minimo il rischio di trasmissione di patogeni, comprese batteri, virus, funghi e anche spore, ove possibile.

I disinfettanti più potenti negli ambienti clinici

Uno dei disinfettanti più utilizzati negli ospedali è sicuramente l’ipoclorito di sodio, comunemente noto come candeggina o varechina. Questo composto è riconosciuto per la sua elevata efficacia microbiologica: è in grado di distruggere batteri, virus, funghi e spore in modo rapido e radicale, grazie alla sua potente azione ossidante sulle strutture vitali delle cellule patogene. Il meccanismo d’azione è basato sul rilascio di acido ipocloroso che provoca la distruzione di membrane cellulari, enzimi e DNA microbico, impedendo la replicazione dei microrganismi e causandone la morte.

A concentrazioni che variano dallo 0,1% allo 0,5%, l’ipoclorito di sodio è perfetto non solo per le superfici di ambienti pubblici o laboratori, ma soprattutto negli ospedali, dove il rischio di infezione da agenti patogeni è particolarmente alto. Un altro importante vantaggio di questo disinfettante è il basso rischio di selezionare ceppi batterici resistenti, a differenza di altri prodotti che, se usati ripetutamente, possono favorire la comparsa di microrganismi difficili da combattere. Tuttavia, l’ipoclorito presenta alcune limitazioni: può essere corrosivo su materiali delicati e irritante per pelle e mucose, oltre a risultare inquinante se non smaltito correttamente.

I prodotti alcolici e le alternative per la disinfezione rapida

Un altro gruppo di principi attivi largamente impiegati negli ambienti ospedalieri comprende gli alcoli, come l’etanolo, isopropanolo e n-propanolo, noti per la loro azione germicida. Questi prodotti giocano un ruolo chiave soprattutto nella disinfezione rapida di mani e strumenti, dove la velocità di evaporazione e l’assenza di residui tossici rappresentano un vantaggio. Gli alcoli sono spesso combinati con altri principi attivi, come iodio o clorexidina, per aumentare lo spettro di azione o migliorare la persistenza del disinfettante sulle superfici e sugli strumenti sanitari.

Occorre sottolineare che gli alcoli sono molto efficaci contro batteri vegetativi, molti funghi e virus, ma non eliminano le spore batteriche. Di conseguenza, le procedure di disinfezione ospedaliera prevedono spesso l’alternanza o la combinazione di diversi prodotti, in modo da coprire un ampio spettro di microrganismi e garantire una protezione completa.

Livelli di efficacia: basso, intermedio e alto

La scelta del disinfettante si basa su criteri di efficacia, suddivisi generalmente in livelli:

  • Basso livello: disinfettanti che eliminano la maggior parte dei batteri (eccetto bacilli tubercolari e spore), alcuni virus e funghi. Sono impiegati per superfici non critiche, dove la densità microbica non costituisce un rischio elevato.
  • Intermedio livello: efficaci su forme batteriche vegetative, la maggior parte di funghi e virus, incluso Mycobacterium tuberculosis ma escluso le spore batteriche. Utilizzati per la sanificazione di strumentazioni medicali e aree di contatto più frequente.
  • Alto livello: in grado di eliminare tutti i microorganismi, tranne le spore batteriche. Questi sono fondamentali per la disinfezione di strumenti chirurgici, sale operatorie e zone critiche. L’ipoclorito di sodio, per esempio, rientra tra i pochi che si avvicinano al massimo grado di protezione.

Questa suddivisione permette di strutturare gli interventi di pulizia in modo mirato, assicurando che ogni area dell’ospedale riceva il trattamento più adatto e sicuro per le specifiche esigenze.

Innovazioni biologiche: i probiotici come alleati nella lotta ai germi ospedalieri

Negli ultimi anni si stanno affermando, soprattutto nei reparti ad alto rischio, disinfettanti biologici a base di probiotici. Questi prodotti sfruttano microrganismi non patogeni che, applicati alle superfici, competono con i batteri potenzialmente pericolosi e inibiscono la crescita dei ceppi multiresistenti. Gli studi condotti su oltre 12.000 pazienti e 30.000 campioni ospedalieri hanno dimostrato risultati impressionanti in termini di riduzione della carica patogena e dei geni di resistenza agli antibiotici. In particolare, l’adozione di questi sistemi ha portato:

  • Ad una riduzione dell’83% dei patogeni sulle superfici
  • Ad una diminuzione dal 70% al 99,9% dei geni di resistenza agli antibiotici in batteri come Staphylococcus aureus
  • Ad una significativa riduzione delle infezioni ospedaliere (fino al 52%) e dei costi associati (oltre il 75% in meno)

Questi risultati sono stati riportati da studi multicentrici condotti da università e laboratori italiani collaborando con importanti istituzioni cliniche e pubblicati su riviste scientifiche internazionali. Sono inoltre prodotti ecologici ed economici, idonei per una disinfezione più sostenibile e meno impattante sull’ambiente rispetto ai disinfettanti chimici di tipo tradizionale.

Tecnologie innovative e tendenze future

Sebbene l’ipoclorito di sodio rimanga il riferimento per la disinfezione ospedaliera, l’evoluzione delle tecnologie di sanificazione sta rapidamente introducendo alternative più sicure e sostenibili, soprattutto dove il problema della resistenza agli antibiotici è particolarmente grave. La ricerca si concentra sulla selezione di biocidi selettivi, la combinazione di principi attivi tradizionali e biologici, oltre allo sviluppo di dispositivi in grado di monitorare costantemente la carica batterica sulle superfici.

Infine, la formazione del personale e la corretta gestione delle procedure di pulizia restano fondamentali per garantire che non si creino aree di contaminazione dove i germi possono sopravvivere e proliferare. In questo contesto, la scelta del disinfettante giusto, la sua corretta diluizione e applicazione, si sommano all’innovazione di prodotti all’avanguardia, facendo delle strutture ospedaliere dei luoghi sicuri e affidabili sia per la salute dei pazienti sia per la tutela dell’intera collettività.

In sintesi, per eliminare efficacemente i germi negli ospedali e ridurre il rischio di infezione, si ricorre principalmente a prodotti come ipoclorito di sodio e soluzioni alcoliche ad alta concentrazione, mentre le più recenti scoperte puntano sempre più su probioitici e tecnologie green per una sanificazione intelligente e sostenibile.

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