Attenzione: ecco i requisiti da possedere per ottenere il bonus da 590 euro

Negli ultimi mesi si è generata grande attenzione attorno ai nuovi bonus sociali erogati dallo Stato italiano a sostegno delle famiglie con basso reddito e situazioni di fragilità. Tra questi spicca la misura che consente di ottenere un contributo economico fino a 590 euro, destinato a coprire le spese essenziali. Tuttavia, la concessione di questo beneficio non è automatica, ma subordinata al rispetto di alcuni requisiti stringenti, volti a garantire che il bonus venga effettivamente assegnato a chi ne ha più bisogno.

Chi può accedere al contributo

La platea dei potenziali beneficiari è ampia, ma la misura rivolge particolare attenzione a nuclei familiari numerosi, con presenza di minori e indicatori reddituali bassi. In particolare, i cittadini che desiderano ottenere il bonus devono essere parte di un nucleo familiare composto da almeno tre persone, legalmente residenti in Italia e regolarmente iscritti nell’Anagrafe comunale della Popolazione Residente. Inoltre, alla data di riferimento fissata dal decreto di erogazione (12 maggio 2023 secondo le più recenti informazioni ufficiali), i componenti del nucleo devono risultare effettivamente conviventi e appartenenti alla stessa famiglia anagrafica.

Un ulteriore e fondamentale requisito riguarda il reddito familiare: il valore dell’ISEE ordinario (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) non deve superare i 15.000 euro annui. Tale parametro viene verificato attraverso la presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) aggiornata, documento che fotografa la reale condizione economica del nucleo includendo redditi, patrimoni mobiliari e immobiliari, composizione familiare, eventuali disabilità tra i componenti.

Esclusioni e cumulabilità con altri sostegni

Per evitare situazioni di doppio beneficio e favorire una distribuzione più equa delle risorse, il bonus da 590 euro non può essere cumulato con altre forme di sostegno al reddito o di inclusione sociale riconosciute a livello nazionale o locale. Sono quindi esclusi dall’accesso tutti i nuclei che, alla data di riferimento, risultino beneficiari di:

  • Reddito di Cittadinanza
  • Reddito di Inclusione
  • Qualsiasi altra misura di inclusione sociale o di sostegno alla povertà
  • NASPI o DIS-COLL
  • Indennità di mobilità
  • Cassa integrazione guadagni (CIG)
  • Altre forme di integrazione salariale o aiuti erogati dallo Stato

La verifica di tali condizioni avviene tramite incrocio dati tra INPS, Comuni e ministeri competenti, per garantire trasparenza e controllo nella selezione dei destinatari effettivi del contributo.

Inoltre, per favorire le famiglie con situazioni particolarmente complesse, viene stilata una graduatoria che tiene conto di ulteriori criteri di priorità: numero di componenti familiari (prevalenza ai nuclei più numerosi) e presenza di minori, in particolare quelli nati dal 2009 in poi, che rappresentano la fascia d’età considerata più fragile in termini di bisogni sociali ed educativi.

Modalità di richiesta e utilizzo del bonus

Il procedimento di erogazione segue una doppia modalità: in alcune regioni le amministrazioni locali procedono d’ufficio individuando i beneficiari sulla base delle banche dati disponibili; in altri contesti sono invece previste campagne di raccolta domande attraverso sportelli comunali o piattaforme digitali dedicate. In ogni caso, è necessario presentare:

  • Copia aggiornata dell’ISEE
  • Documentazione attestante la composizione del nucleo familiare
  • Autodichiarazione relativa all’assenza di altri benefici economici incompatibili

Il contributo viene accreditato direttamente su una carta prepagata nominativa, la cosiddetta “Carta dedicata a te”, che consente di effettuare pagamenti di beni di prima necessità, con particolare attenzione ai generi alimentari. La carta non è utilizzabile per il prelievo di contanti, né per acquisti online o fuori dalle categorie merceologiche autorizzate: l’obiettivo è far sì che il bonus venga finalmente destinato all’acquisto di beni utili alla famiglia.

Di norma, l’ammontare del contributo è parametrato sulle disponibilità dei fondi stanziati: negli ultimi aggiornamenti si è parlato di 500 euro una tantum per singolo nucleo, ma in alcuni casi, grazie a fondi integrativi o residue capienze di bilancio, la cifra può essere aumentata fino a 590 euro per i nuclei che rispettano tutte le condizioni e sono collocati in posizioni prioritarie nelle graduatorie.

Ulteriori precisazioni e controlli

La normativa prevede specifici meccanismi di controllo e monitoraggio ex-post per verificare la legittimità dell’accesso al beneficio ed evitare abusi. Le dichiarazioni rese in fase di domanda vengono incrociate con le banche dati INPS, Agenzia delle Entrate e anagrafi comunali, consentendo l’individuazione di eventuali irregolarità o dichiarazioni mendaci. In caso di dichiarazioni false, si procede immediatamente alla revoca del beneficio e alla segnalazione all’autorità giudiziaria per la valutazione di eventuali responsabilità penali o amministrative.

È importante ricordare che, a ogni scadenza annuale, è necessario ripresentare l’ISEE e la documentazione aggiornata, in quanto il diritto all’agevolazione non si rinnova automaticamente. In assenza dei requisiti richiesti, il contributo viene sospeso o revocato. Questa dinamica è volta a garantire la coerenza del sostegno con l’effettiva evoluzione delle condizioni reddituali e familiari, evitando che il bonus resti in godimento a nuclei non più bisognosi.

Riassumendo, dunque, la possibilità di ottenere il bonus fino a 590 euro dipende dal soddisfacimento di rigidi requisiti connessi alla residenza, alla composizione del nucleo e all’ISEE, nonché dalla mancanza di altre misure di sostegno pubblico già percepite. L’iter di richiesta e rendicontazione è soggetto a costanti controlli. Chi si trova in condizione di fragilità e rientra in tali parametri può contare su un valido strumento di supporto per il contrasto alla povertà. Tuttavia, rimane fondamentale restare aggiornati tramite i canali ufficiali del Comune e del Ministero, in quanto le condizioni di accesso potrebbero variare in futuro in base alle nuove direttive legislative e finanziarie.

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